Acqua pubblica
Pubblicato il 17 novembre 2018 • Comune
Finalmente tutti i comuni dell’Assemblea dell'Autorità Idrica Toscana hanno espresso, all’unanimità, un indirizzo netto: in futuro la gestione dell’acqua dovrà essere pubblica, senza che però questa si accentramenti nelle mani di un unico gestore.
“È sicuramente una decisione importantissima – commenta l’Assessore a i Beni Comuni Gabriele Marconcini – che finalmente riporta, in maniera decisa, la gestione dell’acqua entro l’alveo di un modello inequivocabilmente pubblico e, allo stesso tempo, respinge definitivamente la logica centralistica del gestore unico. In due anni e mezzo ci siamo ritrovati più volte a perorare questi due aspetti cruciali e spesso lo abbiamo fatto esprimendo voti e critiche in assoluta controtendenza: ora invece, per la prima volta, su tali punti abbiamo trovato una larghissima, inaspettata, convergenza. Per questo motivo non possiamo che esprimere piena soddisfazione per questo chiaro segnale che sancisce la fine del cosiddetto “modello toscano” di gestione dei beni comuni, ovvero la fine dei monopoli semi-privatizzati incentrati su perverse commistioni pubblico-privato che non hanno mai prodotto vantaggi per i cittadini.”
In effetti quanto deliberato dall’Assemblea dell’AIT rappresenta un forte input a superare la logica delle gestioni centralizzate attraverso la modifica sostanziale della Legge Regionale 69/2011: da questo punto di vista il testo del deliberato sollecita proprio la Regione ad attivarsi quanto prima affinché la gestione dell’acqua superi la logica del gestore unico e torni ad essere più vicina ai territori.
Tuttavia, oltre ad esprimere soddisfazione per quanto deliberato, Marconcini invita anche a non abbassare il livello di attenzione: “La battaglia per l’acqua pubblica non deve di certo esaurirsi con questo atto; al contrario da ora in poi sarà importante attenzionare il modo attraverso il quale si realizzerà questo obiettivo, perché in un’ottica di concreta ripubblicizzazione sarà decisivo scegliere un percorso che passi, ad esempio, attraverso una società di diritto pubblico. Oltre a questo, in piena coerenza con quanto deliberato, dovremmo tutti lavorare per avversare tutte quelle ipotesi di proroga delle vigenti concessioni che non fanno altro che procrastinare il momento in cui potremmo finalmente dare attuazione a quanto unanimemente deliberato.”