Prorogata al 14 novembre la mostra su Frida Kahlo
Pubblicato il 8 ottobre 2021 • Cultura
Dallo scorso 16 maggio oltre 17 mila visitatori hanno già visitato e preso parte alle iniziative legate alla mostra “Frida Kahlo. Una vita per immagini”. Un grande successo per il museo cittadino, che conferma la sua popolarità e che dall’anno scorso ha visto raddoppiare il numero dei fruitori dell’arte nei suoi spazi, nonostante fino allo scorso mese di luglio sia stato aperto solo 3 giorni alla settimana. Per questo il Comune di Sansepolcro, con Civita Mostre e Musei e Diffusione Italia International Group hanno deciso di prorogare sino al 14 novembre 2021 l’apertura della mostra.
“Visto il successo dei numeri e, soprattutto, rilevato l’alto gradimento dei visitatori, abbiamo deciso, congiuntamente con Opera Laboratori Fiorentini e Civita, di prorogare la mostra fotografica su Frida Kahlo in corso di svolgimento al Museo Civico. Pertanto, fino al 14 novembre, continua l’omaggio di Sansepolcro ad un’artista, molto amata anche dai giovani, che incarna uno di quei casi in cui arte e biografia si intersecano inscindibilmente, rendendo unico un personaggio” dichiara il Direttore del Museo Civico Maria Cristina Giambagli.
Attraverso un centinaio di scatti, per la maggior parte originali, la mostra ricostruisce le vicende della vita controcorrente della grande artista messicana, alla ricerca delle motivazioni che l’hanno trasformata in un’icona femminile e pop a livello internazionale.
In effetti le foto di Frida sono state realizzate dal padre Guillermo durante l’infanzia e la giovinezza della figlia e poi da alcuni dei più̀ grandi fotografi della sua epoca: Leo Matiz, Imogen Cunninghan, Edward Weston, Lucienne Bloch, Bernard Silbertein, Manuel e Lola Alvarez Bravo, Nickolas Muray e altri ancora. In questo straordinario “album fotografico” si rincorrono le vicende spesso dolorose ma sempre appassionate di una vita, oltre agli amori, alle amicizie e alle avventure di Frida.
In mostra è esposto anche un gruppo di piccole fotografie molto intime di Frida, scattate in formato polaroid dal gallerista Julien Levy.
Il percorso di mostra ricostruisce innanzitutto il contesto in cui si è affermata la sua personalità̀: è il Messico del primo Novecento, attraversato da una rivoluzione che ne ha cambiato la storia, grazie a umili campesinos ed eroici protagonisti come Pancho Villa e Emiliano Zapata. L’epopea e il mito della rivoluzione messicana resteranno impresse nella mente di Frida e ne forgeranno il carattere indomito, alimentando il suo senso di ribellione verso le convenzioni borghesi e le imposizioni di una società̀ fortemente maschilista. In questo contesto si innestano le vicende della famiglia Kahlo. Guillermo, il padre, è un fotografo di professione di origine tedesca, giunto in Messico nel 1891 e ben presto innamoratosi del paese che lo ha accolto. La sua attività è testimoniata da alcune fotografie realizzate su incarico del governo austriaco, per documentare le chiese del Messico, erette nel periodo coloniale.
Di sangue misto, tedesco e messicano, Frida cresce nel mito di un Messico rivoluzionario, introiettando tutti i caratteri di una personalità̀ libera e indomita, che trova nella pittura un linguaggio appassionato, viscerale, dai forti contenuti impietosamente autobiografici, con cui si racconta senza ipocrisie. Tutta la sua opera è una forma di autoanalisi, alla ricerca di una propria identità̀ e di una ragione di vita. Nei suoi numerosi autoritratti non teme di mettere a nudo le proprie debolezze e le proprie inquietudini. Accanto a Frida è spesso ritratto Diego Rivera, il pittore e muralista con cui ha condiviso un rapporto intenso e turbolento, che ha attraversato gran parte della sua vita. Ma vi appaiono anche altri personaggi come Leon Trotsky e André Breton.
In mostra sono esposti infine alcuni documenti come il catalogo originale della mostra di Frida, organizzata da André Breton a Parigi, il primo “manifesto della pittura rivoluzionaria” firmato da Breton e Rivera, una documentazione fotografica della sua famosa Casa Azul e un grande dipinto realizzato dal pittore cinese Xu De Qi che riproduce Las Dos Frida. La mostra si chiude con un video che raccoglie le poche immagini filmate della grande artista messicana.
Il catalogo, curato da Vincenzo Sanfo è edito da Papiro Art. I servizi di accoglienza nel museo e in mostra sono gestiti da Opera Laboratori Fiorentini.