La città di Piero della Francesca
Ultima modifica 30 gennaio 2019
Storia del borgo
Sansepolcro città d'arte e d'autore invita a conoscere i suoi capolavori, le sue antiche tradizioni, il suo artigianato e le sue moderne industrie in un ambiente verde di antica bellezza.
Posta ai piedi dell'ultimo tratto dell'Appennino toscano, Sansepolcro domina l'Alta valle del Tevere, che si apre in un vasto anfiteatro montano e collinare, delimitato dall'Alpe della Luna, dalla Massa Trabaria, dalle colline della vicina Umbria e dai monti dell'Aretino e dell'Alpe di Catenaia. La tradizione attribuisce a Sansepolcro un'origine mitica per opera di due Santi pellegrini, Arcano ed Egidio che, di ritorno dalla Terra Santa, si fermarono in questa valle dove, per un segno divino, decisero di restare e costruire una piccola cappella per custodire le Sacre Reliquie, portate da Gerusalemme.
Intorno a questo primo oratorio si sviluppò il Borgo che fu detto, proprio per questa origine, del Santo Sepolcro.
E negli antichi annali del Comune gli storici chiamarono Borgo Sansepolcro "novella Gerusalemme".
Feudo degli Abati camaldolesi nell'Alto Medioevo, Sansepolcro fu libero Comune dal 1163. Terra di confine, difese la propria libertà lottando contro Castellani, Perugini, e Aretini.
Passò dalla Signoria di Uguccione della Faggiola a quella dei Tarlati e a quella, poi, dei Malatesta.
Fu per un breve periodo sotto il dominio dei papi per poi passare, dal 1441, sotto Firenze, dai Medici ai Lorena, fino all'unità d'Italia.
Nel 1520 Sansepolcro fu fatta città e nominata sede vescovile da Papa Leone X.
Dal '300 al '500 Sansepolcro ebbe il periodo di massimo splendore. Di quei secoli ricchi di commerci (dal guado ai panni ), di arte e cultura, ne è testimonianza il centro storico della città. Chiuso al suo interno da una cinta muraria delimitata dalle cannoniere di Bernardo Buontalenti e dalla pregevole Fortezza di Giuliano da Sangallo, il centro storico di Sansepolcro si caratterizza per un succedersi di pregevoli palazzi medioevali, con le caratteristiche torri, oggi mozze, e rinascimentali (Palazzo delle Laudi, Palazzo Alberti, Palazzo Aggiunti, Palazzo Graziani, Palazzo Ducci del Rosso,…); per le sue Chiese ( dalla Cattedrale romanica, alla Chiesa gotica di S.Francesco) con i loro caratteristici campanili; per l'eleganza e la raffinatezza degli elementi architettonici. Un centro storico colpito da una lunga storia di terremoti, di attacchi esterni e di lotte tra le varie fazioni cittadine, ma che ha conservato sino ai giorni nostri i caratteri di un centro d'autore, profondamente legato al massimo figlio di questa terra: Piero della Francesca.
L'Artista, che si firmava "Pietro dal Borgo", ha immortalato la sua città nelle sue opere, esaltandone i caratteri, così da avvicinarla a quella città ideale di cui allora si discuteva nelle corti italiane.
Ma Sansepolcro non è solo la patria di Piero della Francesca: La sua ricca storia artistica e culturale si lega ai nomi di Dionisio Roberti, Luca Pacioli ( uno dei massimi matematici del Rinascimento, allievo di Piero della Francesca e amico di Leonardo da Vinci), Matteo di Giovanni, Raffaellin dal Colle, gli Alberti, Santi di Tito, ….
Accanto alla grande tradizione artistica, il folclore. Sansepolcro è infatti anche la città del Palio della balestra e dei giochi di bandiera, testimonianza di un passato di lotte in difesa della libertà comunale. La seconda domenica di settembre, quando i balestrieri di Sansepolcro rinnovano la sfida ai rivali di Gubbio, Sansepolcro si veste dei colori di Piero della Francesca: Squillano le chiarine, rullano i tamburi e in piazza Torre di Berta trionfa il Palio della balestra: festa secolare (le sue origini risalgono ai primi del '400) con la quale Sansepolcro ricorda il suo fiero passato di libero Comune, continuamente impegnato a difendersi dagli attacchi dei Signori vicini. Da quelle esercitazioni militari trae origine la gara di tiro con la balestra antica all'italiana, da banco, giunta sino ai nostri giorni con le stesse regole dei secoli passati. Seduti sui banchi da tiro, a 36 metri dal bersaglio o corniolo ( un tronco di cono con al centro una bulletta di ferro), i balestrieri, i cui nomi vengono estratti a sorte, si alternano nei tiri. Vince chi più si avvicina al centro. Vestiti con abiti pierfrancescani nobili, dame e cavalieri assistono alla sfida, mentre gli sbandieratori lanciano nel cielo i loro vessilli.
A fare del settembre il mese cittadino per eccellenza non c'è solo il Palio, corso in onore del Santo Fondatore Egidio. Altri due importanti appuntamenti si alternano annualmente: la Biennale dell'arte orafa e la Biennale del merletto o trina a spilli, con le quali vengono valorizzate due importanti tradizioni locali che uniscono in sé arte e perizia artigianale.
Oggi Sansepolcro è una città attiva e moderna che, pur impegnata a salvaguardare il proprio nobile passato, la sua identità di città d'autore e le sue tradizioni, guarda al futuro. Il suo sviluppo industriale risale al 1827, data di nascita della Buitoni, l'importante industria alimentare che da qui si è sviluppata a livello internazionale e oggi è presente a Sansepolcro con un modernissimo pastificio. Accanto a questo, altri marchi prestigiosi nel campo della camiceria, della maglieria e del tessile abbigliamento, caratterizzano l'economia della città. Alla struttura industriale va aggiunta una agricoltura basata in particolare sulla coltivazione del tabacco, particolarmente pregiato, seguito da peperoni, pomodori, girasoli, cereali, tra i quali grano, mais, orzo. In questi ultimi anni si è andata sviluppando la coltivazione e commercializzazione delle erbe officinali, accanto ad una crescente sensibilità verso un'agricoltura pulita che faccia della Valtiberina una "valle verde".