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Anche le grandi menti invecchiano. E per loro l’ombra del crepuscolo è ancora più oscura. Ma c’è chi non rinuncia. Giuseppe Verdi, ormai ultraottantenne, non si rassegna ancora a poggiare la penna. Ma dentro di lui sembra non esserci più quel brivido creativo che ne ha contrassegnato la precedente attività: scrive idee bizzarre, struttura trame senza senso, compone arie e duetti strampalati senza riuscire a cavare un ragno dal buco. L’età avanzata, i ricordi, la mente confusa gli impediscono di musicare ancora opere grandiose. E a fare le spese di tanta testardaggine sono musicisti al suo servizio.
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