“Il significato di essere città e di essere Diocesi”
Pubblicato il 17 settembre 2020 • Comune
Oggi si celebrano i cinquecento anni dell’istituzione della Diocesi a Sansepolcro. Ecco la nota dell’amministrazione comunale per celebrare la giornata.
“Questa ricorrenza ci permette di riportare l’attenzione su un aspetto molto importante della nostra storia e su quel percorso che ha portato all’istituzione di una diocesi autonoma a Sansepolcro. L’evento, insieme a tutto il lungo cammino che lo ha generato, riveste ancora oggi un grande significato in quanto al tempo, nel 1500, essere sede di Diocesi era una condizione necessaria per essere riconosciuti come una vera e propria città. In un contesto storico e culturale in cui la sfera religiosa dialogava funzionalmente con quella politica e sociale, una Diocesi sopperiva anche a funzioni amministrative, oltre che religiose. Questa istituzione, quindi, riusciva a rafforzare ed estendere il controllo del centro urbano principale sul resto del circondario. La Diocesi di Sansepolcro aveva un vasto raggio d’azione, che permetteva a territori anche piuttosto lontani di sviluppare una fitta rete di relazioni: questa conformazione, accentrando nella nostra città nuove funzioni religiose e politiche, ci consentì dunque di passare da “terra”, da borgo a “città”. Ciò sanciva l’importanza del nostro territorio, della nostra città, aumentando il prestigio di un luogo che dal quel momento in poi, finalmente, poteva essere equiparato agli altri centri della Toscana e dell’Italia centrale.
Non fu facile raggiungere questo traguardo, ma grazie alla tenacia e all’impegno di tutti, 500 anni fa – grazie anche al supporto di un papa mediceo (Leone X dei Medici) – la nostra comunità, unita e coesa, riuscì in questa impresa: alla luce di tutto ciò, oggi non possiamo far altro che vivere questo momento con entusiasmo, orgoglio e consapevolezza. Questa occasione ci permette, inoltre, di riflettere su cosa voglia dire essere cittadini: su questo stiamo lavorando da mesi con le scuole per far sì che la cittadinanza non sia concepita solo come il semplice riconoscimento dei diritti e dei doveri di una persona, ma che questa possa contribuire a legare le tante singole azioni individuali a quelle collettive della comunità di riferimento, attraverso l’esercizio attivo dei diritti e dei doveri.
Dobbiamo mobilitarci tutti, quindi, per fare in modo che questo momento possa stimolare i cittadini a porsi in maniera attiva all’interno della comunità. Allo stesso tempo, con rinnovata consapevolezza dovremmo applicarci per valorizzare pienamente il nostro patrimonio storico e culturale su cui si forgia la nostra identità; un’identità che testimonia una storia straordinariamente ricca dalla quale dobbiamo ricavare la forza e l’energia per costruire un futuro che possa essere migliore di questo presente. Infine, nel celebrare questo momento non possiamo non riflettere anche su un altro punto, piuttosto rilevante, che ha una forte valenza politica: la nascita della Diocesi di Sansepolcro ha mutato definitivamente gli assetti dell’Alta Valle del Tevere, dividendo definitivamente il destino della Valtiberina toscana dall’Alto-Tevere umbro. In una ricorrenza come quella di oggi risulta pertanto doveroso soffermarsi anche su questo aspetto, in maniera tale che si possa capire se, da un punto di vista politico e amministrativo, possiamo recuperare una maggiore collaborazione sinergica tra due territori che da secoli subiscono una statica divisione amministrativa. Buon Cinquecentenario a tutti”.